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Luoghi comuni

"Questa nuova dimensione per quanto stimolante e ricca di potenzialità, ha portato all’ulteriore vittoria dell’individualismo."

Insight - 21/02/2024

“C’è, nello spazio, un sentimento che ci avvolge insieme all’anima degli uomini e delle cose”.
Ludovico Quaroni

La nostra generazione è abituata ad un concetto nuovo e diverso di luogo, poiché gli strumenti del digitale hanno permesso l’abbattimento dei limiti sia spaziali che temporali. Così molto spesso i luoghi fisici perdono di significato e diventano solo confini da superare.
Questo superamento dei confini rappresenta un vantaggio per l’individuo, che avrà infatti più scelte e possibilità, ma rappresenta uno svantaggio per il gruppo. Infatti riduce le possibilità di conoscenza, di confronto e di nascita di legami più forti.
Il cambiamento del concetto di luogo ha un impatto deteriorante sul senso di gruppo e comunità, poiché, secondo la psicologia sociale, la mente ha da sempre utilizzato i luoghi per dare senso e continuità alle relazioni interpersonali. Senza questi limiti di spazio, e senza la capacità di riconoscere e condividere le emozioni dell’altro, diventa molto difficile uscire da una logica individualista e riuscire a creare relazione profonde e durature.

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Costantemente nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito allo sforzo da parte dei media digitali di creare esperienze e fruizioni quanto più simili a quelle reali, generando dei luoghi ibridi e fluidi che lo psicologo e scrittore Giuseppe Riva, seguendo gli studi di Jacob Van Kokswijk definisce come “Interrealtà”. Il filosofo Luciano Floridi ci parla similmente di “Onlife”, ovvero una nuova dimensione abitativa e di vita in cui tutti gli ambiti relazionali, sociali, comunicativi, economici e lavorativi, sono visti come il frutto di una continua interazione tra la realtà materiale ed analogica e quella virtuale ed interattiva. Questa nuova dimensione per quanto stimolante e ricca di potenzialità, ha portato all’ulteriore vittoria dell’individualismo e all’erosione del senso di comunità.

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Se, come testimonia la storia umana, nel corso dei millenni l’uomo ha sempre cercato di riunirsi, facendo proprio dei legami e dei vincoli tra individui, la sua forza, oggi ci siamo allontanati da questo senso di comunità e da una visione del futuro condivisa. Poiché la società a cui siamo abituati genera un individuo isolato e ci fa credere che l’unica forza possibile sia quella che risiede nelle singole capacità e prestazioni, nello spiccare sugli altri. L’erosione del collettivo rende sempre più improbabile un agire comune. Le persone non costruiscono un vero “Noi”, si limitano piuttosto all’aggregazione in gruppi basati su legami deboli, in cui è sempre e comunque il singolo a prevalere.

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E così il senso di solitudine dilaga, la solidarietà scompare e la privatizzazione si estende fino all’anima. Rimaniamo, però, esseri che, per natura, hanno bisogno di scambio, di dialogo, di senso di appartenenza e riconoscimento. Non ci bastano più le cosiddette 'community', oggi evocate in ogni dove, in grado di soddisfare questi nostri bisogni solo in piccolissima parte.

Lo sforzo collettivo, come ci ricorda l’architetto Gae Aulenti, deve essere quello di generare spazi, oggetti o esperienze in grado di dare un senso al mondo. In un momento di completa ri-definizione del concetto di luogo, in cui Elon Musk progetta di colonizzare lo spazio cosmico, è necessario ricordare come l’essere umano ha, in realtà, bisogno di luoghi “limitati” poiché è una creatura locale che necessità di abitare e soggiornare gli spazi. L’essere è il verbo del luogo.
Oggi, nel tentativo costante di avere e produrre più spazio e più tempo, finiamo per perderli poiché perdiamo le soglie e i passaggi, abbattuti a favore di una comunicazione e di una produzione accelerate e prive di barriere.

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Letture consigliate per approfondire:

Nello Sciame, Byung Chul Han
La società della Performance, Gancitano – Colamedici
La Quarta Rivoluzione, Luciano Floridi
Nativi Digitali, Giuseppe Riva
Realismo Capitalista, Mark Fisher
Essere Senza Casa, Gianluca Didino

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