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SanFrancisco

"Ho odiato molto la mia terra tanto amara, poi l’ho amata infinitamente di più"

Portrait - 07/02/2024

il secondo appuntamento con la rubrica Portrait vede un altro degli artisti che avete potuto incontrare e conoscere allo scorso FRESCO club.parliamo di SanFrancisco, che a Dicembre ci ha portato un'intera installazione di fotografie, tele e proiezioni dal suo progetto "TERRA AMARA", del quale ci racconta anche in questa intervista.

cosa rappresenta per te la fotografia e cosa cerchi di comunicare attraverso essa?Allora parto col dire che, al contrario di come è facile pensare, io non mi considero un fotografo, potrebbe essere un insulto per coloro che passano giorno e notte dietro a macchine fotografiche e computer per tirare fuori scatti perfetti.
Ora mi chiederai: ”E allora chi sei?”
Ti rispondo con ciò che mi diceva mio padre quando ritornavo a casa dall’asilo piangendo perché alcuni bambini troppo vivaci mi avevano fatto qualche dispetto. Ero un bambino, ed ora sono un ragazzo fin troppo sensibile che a tratti si carica sulle spalle tutti i problemi del mondo, anche quelli che non gli riguardano ed a tratti è la persona più egoista sulla faccia della terra. Questo pregio/difetto mi fa soffrire insieme alle persone a cui voglio bene per i loro dolori, non riuscendo a sopportare tutto, l’unica cosa che mi aiuta a scaricare questo malessere è l’arte.
Sono cresciuto con le invettive degli adulti verso il nostro gruppo di amici in quanto ci ritenevano dapprima “vandali” e dopo “tossici nullafacenti” senza mai chiedersi perché ci comportassimo in quel modo nonostante qualche anno prima eravamo tutti nella parrocchia del nostro paesello ogni domenica a fare i chierichetti. Avevo vaghe risposte, ma non me ne preoccupai particolarmente fino a quando non arrivò la chiamata della notizia dell’arresto di uno dei miei più cari amici.
Mi si è fermato il mondo.
Quella è stata la prima vera volta in cui ho avuto bisogno dell'arte come mezzo di catarsi e punto di sfogo. Ho scritto un testo in versi dedicandolo al mio amico e alla sua libertà svanita e finalmente trovai le risposte che stavo cercando.
Da lì non l’ho abbandonata più… l’arte.
Poesia, musica, pittura, cinema, ed infine la fotografia sono tutti mezzi per studiare me e l’ambiente che mi circonda.
Cerco di comunicare il perchè delle sofferenze dell’uomo ed il perché ci sembra di nascere già destinati ad esse.

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quale progetto è stato il più significativo per te o di cui vai più fiero? e perchè?“TERRA AMARA”.
Terra amara è l’evoluzione del mio docufilm “Figli del Fiume”, è l’universalizzazione del linguaggio che prima era confinato esclusivamente in Abruzzo mentre ora ha quasi la forma adatta per raggiungere più persone.
Perchè?
Mentre sto scrivendo questa risposta ho alzato per un momento gli occhi dal foglio e si sono poggiati su di nonno che, seduto sul divano, ascolta in televisione un programma di un canale indipendente esclusivamente sui canti popolari.
Credo che la risposta del perchè sia contenuta nel mio sangue ed il mio sangue non parte da nonno e neanche dal mio bisnonno ma chissà da quale lontano antenato. Ho odiato molto la mia terra tanto amara, l’ho amata infinitamente di più, ma purtroppo ora sono nella condizione di cosapevolezza in cui ho compreso che tutte le ferite che indossiamo sono state causate da noi stessi e ciò apre un buco nel petto, un vuoto cosmico che ci divora dall’interno.

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se potessi creare una chimera di artisti che ti rappresenti, chi sceglieresti e per quali ragioni?Spazio tra vari generi ma mi oriento molto sull’underground.
Per la musica ti dico Marracash. Marra rappresenta l’elegantizzazione degli “scappati di casa”, con la sua penna sublime ci fa sembrare tutte persone per bene, e mette in mostra il nostro cuore e la nostra anima prima della fedina penale e del nostro passato.
In pittura Jean-Michel Basquiat, uno dei più grandi esponenti del neoclassicismo e del graffitismo statunitense. Egli riuscì a portare questo movimento dalle strade alle gallerie d’arte. Purtroppo però, per molti artisti, ciò che li spinge a creare è anche ciò che li uccide e per ciò sappiamo tutti la fine che fece Basquiat. Certe cose non te le scolli di dosso.
Per la scrittura mi piace molto Charles Bukowski, grande sostenitore della semplicità di vivere. Egli affermava di riuscire a trovare la verità grazie alla quale produceva le sue opere nella semplicità. E poi mi fa impazzire il fatto che si sia autodistrutto per infatuazione della sua arte e di ciò che comportava fare per crearla (esistenza assai lasciva).
Ultimi ma non per importanza nella categoria di coloro i quali morirebbero per la vita romantica che conducono, ci sono i pescatori di San Benedetto del Tronto, la mia seconda città natale. Il continuare a navigare su quel mare tanto bello quanto logorante e a volte mortale, omaggiadolo continuamente di poesie e celebrazioni, mi hanno influenzato nel percorso artistico. Fondamentale è la tenacia nel non mollare mai il proprio principio di vita nonostante i tagli che si portano addosso.

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se non avessi preso questa strada, cosa ti sarebbe piaciuto fare?Il rapinatore o il marinaio… Una di queste due cose l’ho fatta veramente, indovina. =)

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