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Alessandro Zenobi

“Ho trovato nell'errore il senso dell'esercizio, come se tutto si basasse sugli sbagli e gli imprevisti che accidentalmente si infilano nel mio lavoro”

Portrait - 28/02/2024

l'intervistato di questa settimana è Alessandro Zenobi, artista poliedrico che ha partecipato all'evento FRESCO della scorsa estate con "Non io", un percorso di disgregazione dell'ego dello spettatore.

se non avessi preso questa strada, cosa ti sarebbe piaciuto fare?Prima di intraprendere il percorso artistico avevo seriamente valutato di continuare gli studi di biologia, già iniziati al liceo scientifico. Non mi sono del tutto tradito, visto che ad oggi le forme naturali sono la mia prima fonte di meraviglia. Dalla formica alle piante colossali, ho spesso usato un immaginario che attinge molto dal naturale e soprattuto dal mondo della vita.

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hai lavorato a progetti di diversa natura come sculture, disegni, musica e scrittura. con quale di queste forme artistiche ti senti più a tuo agio? quale ti piace di più? e perché?La musica, ma penso che ci sia da fare una distinzione necessaria: la musica ha un grande vantaggio sulle arti visive e cioè il fatto che non ha corpo, è completamente eterea e in qualche modo più "pura" rispetto ad altre forme di espressione; il linguaggio musicale è una lingua naturale quanto quella parlata e per questo è in grado di veicolare qualsiasi messaggio in modo estremamente preciso e potente.
Certamente se mi affidassi solo alla musica per tirar fuori tutto ciò che mi passa per la testa mi ritroverei presto deluso anche dal suono come medium, per questo non riesco ad essere del tutto sedentario per quanto riguarda le tecniche. Così utilizzo il disegno, che spesso mi aiuta a mettere in connessione le idee con la pratica, e la scultura, che ha uno stretto rapporto con lo spazio e con il corpo.

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cosa significa per te sperimentare? e perché può essere importante per ognuno di noi?Se ci devo riflettere non so bene come definire la sperimentazione per come la intendo io. Per quanto riguarda la mia esperienza personale ho sempre trovato estremamente utile mettere in relazione l'esercizio e l'errore che inevitabilmente, prima o poi, arriva. Ho trovato nell'errore il senso dell'esercizio, come se tutto si basasse sugli sbagli e gli imprevisti che accidentalmente si infilano nel mio lavoro. Ad una riflessione più attenta capisco però che questa dinamica è comune a tutti noi: anche la nostra persona (nel senso proprio di "maschera") è il risultato delle nostre esperienze ma soprattuto dei nostri incessanti errori che ci costringono ad un continuo rimodellamento di ciò che siamo. Ecco sperimentare per me credo sia far andare di pari passo l'evoluzione di ciò che sono in relazione a ciò che faccio.

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in che modo credi che le varie discipline artistiche possono dialogare tra di loro nel contesto contemporaneo?Sono circa cento anni che nel mondo dell'arte si parla di "Opera d'arte Totale" (Gesamtkunstwerk) e credo sia il momento di riformulare questo concetto ormai troppo polveroso. Vorrei si potesse eliminare del tutto una certa gerarchia delle arti che molti addetti ai lavori hanno stampata a fuoco nella mente e andare invece nella direzione di un'apertura globale delle discipline artistiche, senza divisioni arbitrarie.
Un esempio sotto gli occhi di tutti ce lo fornisce l'architettura, visto che è da tempo ormai (più o meno da quando la Scuola di Architettura si è distaccata dalle Belle Arti) che l'uomo non da più attenzione all'ambiente in cui vive, ormai del tutto slegato dalla natura, costringendosi a vivere dentro scatole di cemento spesso avvilenti e sconfortanti. Questo è stato il risultato di un prolungato disinteresse dell'architettura nei confronti delle altre arti, diventando qualcosa di dis-umano o meglio di anti-umano. Non voglio ragionare sui motivi per cui questo è successo, ma sottolineare che una riconciliazione fra l'Arte e l'Architettura porterebbe ad un netto migliormente della qualità della vita. Questo dovrebbe essere lo scopo delle Arti, a prescindere dalla disciplina: rendere l'esperienza estetica una parte fondamentale della vita quotidiana.

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quali sono 3 brani particolarmente significativi per te e per quali motivi?Touch, Daft Punk: semplicemente gli otto minuti e mezzo più commoventi della musica elettronica contemporanea.
Ambient1: Music For Airports, Brian Eno: un pezzo che ha cambiato completamente il mio modo di concepire la musica e gli ambienti sonori. Devo molto a Brian Eno.
Il suonatore Jones, Fabrizio De André: la conclusione perfetta di un album che tratta di vicende umane con una delicatezza che di solito si riserva al Divino

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